Cruciani evidenzia il “paradosso” dei cortei pro Palestina: come possono femministe e attivisti LGBTQ+ sostenere regimi che li perseguitano?
Durante l’ultima puntata della trasmissione radiofonica La Zanzara, Giuseppe Cruciani ha sollevato una questione spinosa che riguarda le manifestazioni pro Palestina.
Mentre la protesta del 5 ottobre si è conclusa con scontri violenti, il conduttore ha messo in evidenza una contraddizione ideologica che non è passata inosservata. Quale? La partecipazione di gruppi femministi e attivisti LGBTQ+.
Il “paradosso” dei cortei pro Palestina: le parole di Cruciani
Il giornalista Cruciani non ha criticato la manifestazione in sé: “Sono dalla parte della libertà di espressione anche di chi vuole manifestare in favore della Palestina“.
Tuttavia, come riportato da Il Giornale, ha puntato il dito sul paradosso rappresentato dalla presenza di associazioni femministe e LGBTQ+ .
“Vi chiedo,” ha detto durante la trasmissione, “in Palestina come vengono trattate donne e gay?“. La sua risposta è stata brutale e diretta: “Vengono impiccati, bruciati…“.
Il giornalista non ha fatto altro che evidenziare una realtà che, a suo dire, viene spesso ignorata per opportunismo politico o ideologico.
In molte zone controllate da Hamas la comunità LGBTQ+ è duramente perseguitata, con punizioni severe che includono anche la pena di morte.
Anche la condizione delle donne – in molti contesti palestinesi – resta precaria, con limitazioni dei diritti e discriminazioni.
Scontri e violenze a Roma: la reazione di Giorgia Meloni
Gli scontri verificatisi durante la manifestazione del 5 ottobre hanno ulteriormente evidenziato le tensioni presenti nel corteo.
Bombardamenti di oggetti, spray urticanti, bombe carta e vere e proprie scene di guerriglia urbana hanno macchiato una manifestazione che avrebbe dovuto essere pacifica.
A fine giornata, il bilancio ha contato oltre 30 poliziotti feriti, suscitando reazioni forti da parte del governo.
La premier Giorgia Meloni ha espresso solidarietà verso le forze dell’ordine, dichiarando in una nota che: “È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza“, facendo riferimento ai metodi violenti utilizzati da alcuni manifestanti.
Anche il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha difeso la decisione della questura di Roma: ““Da quanto avvenuto a Roma arriva la conferma della fondatezza delle ragioni poste alla base del divieto emesso dalla questura di Roma“.